Video Marketing
Il tuo videomessaggio su blog, social network e canali Instagram, YouTube e TikTok
Avrai maggiore visibilità e rilevanza con i tuoi video
Le offriamo la possibilità di realizzare video autentici sui tuoi prodotti e servizi. Diventi un YouTuber e influencer di grande successo. Questi video, verranno inoltre condivisi, per aumentare la loro diffusione tramite delle nostre piattaforme di supporto alla crescita. Il tuo messaggio potrà così raggiungere un pubblico sempre più ampio.
Come conquistare migliaia di followers partendo da zero
Potrai aumentare la tua visibilità condividendo i tuoi video sui social network: l' agenzia Troupe Video è, infatti, un ottimo moltiplicatore che, attraverso la diffusione dei video, la aiuta a trovare moltissimi potenziali followers o acquirenti.
Le aziende si raccontano sui social
Oggi le aziende raccontano le storie, anzi, una unica storia declinata nei vari canali (blog, social, redazionali, video, sito web, etc) fatta di valori, visione della società e partecipazione e iterazione coi loro clienti o fans. Un storia fatta di contenuti che devono avere un filo conduttore, un tono of voce omogeneo e un target definito, e che devono essere ben espressi e visibili nel sito web aziendale e ottimizzati al meglio per ottenere massima visibilità dei risultati di ricerca di Google.
Troupe Video ti da una buona predizione sull’uso dei social su cui capeggia il principio: meno e meglio. Molti marchi trascorrono meno tempo a sfornare post sui social media e più tempo a produrre solo contenuti che sembrano premurosi, preziosi e in contatto con il mondo che li circonda.
Fai crescere la tua popolarità senza sforzo
Grazie alle nostre possibilità di video marketing tramite YouTuber, blogger e social influencer, potrà inoltre raggiungere un livello di copertura molto elevato all’interno del suo target did riferimento, senza dispersioni o perdite pubblicitarie.
Campagna internazionale influencer video
Con la nostra nuova campagna di influencer video potrete aumentare la notorietà dei vostri prodotti, marchi, della vostra azienda o dei vostri servizi attraverso video unici e autentici sui vostri canali YouTube Instagram e Tik Tok realizzati con le nostre tecniche di espansione.
I nostri manager di campagna esperti si occupano di ogni passo dalla consultazione iniziale alla relazione finale:
Vantaggi di una campagna di influencer video:
• Aumento della notorietà e dell’immagine dei vostri prodotti e marchi, della vostra azienda o dei vostri servizi attraverso tutorial, test del prodotto, corsi e presentazioni.
• La creazione di esperienze e feedback influenzano le decisioni di acquisto e potranno così aumentare le vendite
• Nuovi contenuti dei vostri prodotti sul web e nei motori di ricerca
• Gli influencer autentici creano nuovi contenuti in formato video e immagini
• I video vengono realizzati per i vostri canali YouTube Instagram e Tik Tok. Verranno creati nuovi contenuti unici e i vostri prodotti saranno presentati in uno stile unico e virale.
• I video che realizziamo funzionano immediatamente e sono particolarmente attraenti
• I requisiti del contenuto sono soggetti a decisioni redazionali da parte vostra
Guadagnare con le visualizzazioni e gli sponsor: diventa un lavoro.
Per aumentare ulteriormente la portata della vostra campagna, vi offriamo l'opportunità di diffondere i video creati su YouTube sui blog e sui portali, nonché sui social network attraverso piattaforme e algoritmi creati da noi che aumentano in modo esponenziale la loro diffusione e successo senza sforzi o investimenti monetari
Vantaggi:
Supporto continuo alla sua campagna di valorizzazione
Le strategie di crescita vengono adattate alle eventuali modifiche degli algoritmi
Pubblicazione di video unici e facilmente distinguibili
I nostri tecnici della campagna si occupano del briefing, della creazione dei video e la loro diffusione
Influencer video di successo
Gli influencer video rappresentano la nostra offerta per aumentare la vostra notorietà e diventare importanti personaggi Youtuber o Instagramer o per i vostri prodotti e servizi.
Da 0 a 10.000 followers in poche settimane su Instagram
Ti offriamo tutti i requisiti più specifici per la realizzazione di video su IG Instagram, YouTube e TikTok riguardanti, recensioni, tutorial e test di prodotti. Ovviamente gli YouTuber possono contare su una totale indipendenza redazionale in merito alle richieste e ai contenuti!
Integrazione
Gli Youtuber o Instagramer o TikToker hanno la possibilità di realizzare dei video originali e autentici per conto degli advertiser:
Un influencer video ha in genere una durata minima di 2 minuti e viene pubblicato direttamente sul canale degli YouTuber.
Come guadagnare bene con Youtube
Per ogni influencer video viene calcolato un prezzo da pagare una tantum, indipendentemente dalle reali visualizzazioni ottenute. Tramite Troupe Video, offriamo una vasta gamma di strumenti per aumentare la visibilità dei video sui vari social network. L’integrazione degli influencer video è garantita per una durata di 12 mesi e, in genere, essi rimangono visibili per sempre sul canale YouTube.
Social video sui social network
Copertura maggiore per i tuoi messaggi
La pubblicazione di post sui social network come Facebook, YouTube, Instagram. Il post sui rispettivi social network può includere qualsiasi URL o servire per l'aumento ideale dell'attenzione sui video marketing già pubblicati. Inoltre è possibile ottenere una maggiore copertura con la pubblicazione di TroupeVideo per l'URL desiderato e anche specificamente per i video di YouTube.
I social network e la musica: social music marketing
Al giorno d’oggi, con la presenza massiccia dei social network nella nostra vita, ogni attività può essere documentata e ripresa. Passiamo ore a vedere live musicali dei nostri artisti preferiti col telefono tra le mani, per mostrare al nostro pubblico social i momenti che stiamo vivendo.
Quanto è importante dunque per un’artista musicale essere presente online?
Artisti come Sfera Ebbasta e altri, non avrebbero ottenuto così tanto successo in poco tempo senza la presenza dei loro bei profili curati su Instagram.
Spesso dunque, la presenza di questi personaggi, è richiesta dagli stessi fan, che curiosi di conoscere a 360 gradi il loro cantante preferito, richiedono a suon di commenti, video e foto riguardanti la loro vita privata.
Parliamo di artisti o di influencer?
Qual è il confine fra musica e social network?
Cerchiamo di rispondere insieme a queste domande.
Sei pronto a farne parte? Partiamo!
Musica e social media: l’importanza del social media manager
Questi artisti ha saputo sfruttare al meglio i loro profili social per poter diffondere la loro musica.
C’è chi procede con una strategia ben precisa, sondando dapprima il terreno tramite il canale Instagram. Questo modo di interagire col proprio pubblico, ha permesso ai fan di conoscere lati dell’artista che mai sarebbero stati resi evidenti senza i social network.
Instagram quindi, è per questi influencer un portale per fare storytelling, per raccontarsi e per condividere la propria musica. Spesso questi artisti si sfogano, si riprendono durante i propri live e si mettono a nudo: quanto è importante dunque per queste persone avere al proprio seguito un social media manager?
Direi molto!
Social music marketing
Si passa da Instagram a YouTube, per poter coinvolgere l’utente in un’esperienza ancora più visual: qui lo swipe up di Instagram è super utilizzato, funzione disponibile dopo il raggiungimento dei 10K di followers che permette di rimandare i propri fan direttamente al contenuto musicale su YouTube, Spotify o AppleMusic.
Ormai possiamo parlare di social music marketing: questi artisti non riescono a separarsi dalle loro piattaforme social. Per loro è indispensabile essere presenti h24 per poter interagire col proprio pubblico. C’è chi riesce a strutturare un vero storytelling, in cui i valori dell’artista vengono condivisi coi fan.
Sfera Ebbasta per esempio ci ha dimostrato che il successo non è impossibile se ci si impegna ogni giorno e si crede in quello che si fa.
Dal lato dell’utente: il social music marketing 2.0
Quante volte durante un concerto hai preso il tuo telefono per fare una Instagram stories? Quanto tempo hai passato col telefono durante il live del tuo artista musicale preferito?
Ormai possiamo parlare di esperienza mediata, in cui il mix tra online e offline garantisce il successo di una serata. L’artista può documentare le sue serate live riprendendo i suoi concerti, i fan invece possono generare un enorme quantità di contenuti che potranno tornare utili allo Sfera Ebbasta o al Calcutta di turno.
In ottica User generated content, i live possono servire per coinvolgere maggiormente i fan e per poter catturare tantissimi consensi e contenuti da riutilizzare per la propria strategia social. Qui ritorna utile la presenza di un social media manager competente e creativo.
Dunque, anche le persone non presenti al live, avranno modo di parteciparvi grazie alle stories dei propri followers, in uno scambio continuo tra offline e online. Chi beneficia di questo piccolo gioco?
Chiaramente l’artista in questione. Il prodotto musicale si diffonderà maggiormente, creando awareness e stimolando l’interesse delle persone. Ecco spiegato il successo di certi artisti: per un live in cui sono presenti 3000 persone, il prodotto musicale potrebbe diventare virale solamente grazie a pochi video.
Personal branding e musica
Questi influencer musicali si svegliano ogni giorno sapendo che dovranno interagire coi propri fan: purtoppo non basta un numero elevato di followers per ottenere il successo. Per questi artisti è fondamentale l’interazione, la partecipazione del pubblico: solo quest’ultimo può determinare la diffusione del prodotto musicale.
L’errore è dietro l’angolo: una frase detta male, un passo falso ed ecco che il beniamino viene accusato e finisce sotto i riflettori dei media.
In un mondo in cui il successo musicale viene garantito anche da piattaforme come Instagram, Facebook, YouTube e TikTok, il fallimento può essere decretato dagli stessi social network.
Certi artisti sanno che quello che dovranno costruire è un vero personal branding. C’è chi trasforma il proprio canale Instagram in una mini TV in cui coinvolgere i fan e chi sceglie di staccarsi ogni tanto dal social per trovare la giusta ispirazione.
Che tipo di rischi corrono quest’ultimi? Difficile esprimere un giudizio.
Possiamo dire che la vicinanza è un buon ingrediente per ottenere maggiori risultati in poco tempo.
Crescere la la popolarità sui social e guadagnare
In questo lungo percorso abbiamo compreso quanto siano importanti per gli artisti di oggi i social network. Personal branding, interazione e coinvolgimento dei fan sono alla base di una strategia. Parlare apertamente al proprio pubblico è ormai diventato indispensabile per questi personaggi.
Chissà negli anni ’70 in quanti avrebbero voluto conoscere meglio artisti come i Queen, i Beatles o i Doors: sicuramente la loro dimestichezza coi social network sarebbe stata inferiore.
Allora parlava solo la musica. Bastava quella per farsi riconoscere e per godere di un successo mondiale.
Tutto è diventato più liquido: il social music marketing permette ai fan di avere una versione digitale del loro artista preferito disponibile H24.
Pensare che all’epoca bastava un poster attaccato dietro la porta della propria cameretta.
Diventa un influencer con i video post
Video interessanti e creativi vengono condivisi e diffusi facilmente su Internet. Anche i video tutoriali sono particolarmente graditi. Il video post è la nostra offerta per le nostre campagne con "moving image". Gli advertiser partono con il video marketing di una campagna virale, con il posizionamento iniziale su un blog quotato. Oltre al video, i blogger possono creare un breve testo riguardante il contenuto del video.
Storytelling marketing: l’arte di emozionare i clienti
Lo storytelling è l’arte di comunicare narrando storie. Storie memorabili e ricche di significato, in grado di emozionare e di rimanere impresse nella nostra mente meglio di una fredda elencazione di dati e fatti.
Nel marketing questa disciplina ha preso il nome di storytelling marketing e si caratterizza per la sua capacità di attrarre il consumatore facendo leva sulle sue emozioni.
Va da sé che il brand al centro della narrazione trarrà benefici in termini di popolarità e, in ultima analisi, sarà più spendibile sul mercato (a volte si parla anche di corporate storytelling).
L’efficacia delle tecniche narrative al servizio delle imprese è dimostrata dal fatto che i migliori business men del mondo sono storyteller. Basti pensare a Steve Jobs, a Elon Musk o, cercando tra gl’imprenditori nostrani, al fondatore di Eataly Oscar Farinetti.
Con l’avvento di internet lo storytelling marketing sbarca sulla rete, dando la possibilità anche alle piccole imprese di comunicare la propria storia e i propri valori, nonché di avvicinarsi al proprio pubblico con tutta la potenza dei canali digitali (sito internet, blog, social network). Nasce così il digital storytelling marketing.
Progettare lo storytelling aziendali
Per impostare correttamente un progetto di storytelling occorre approfondire una serie di aspetti che andremo di seguito a elencare:
Definizione degli obiettivi: lo storyteller deve innanzitutto chiedersi cosa vuole ottenere dalla narrazione. La storia deve essere ascoltata da tutti o solo da una specifica parte di un determinato pubblico? A seconda dei casi utilizzeremo linguaggi e metafore diverse. Se ad esempio se ci si rivolge a un esperto di ciclismo potranno essere utilizzati lessico o metafore sportive;
Definizione di un pubblico: è fondamentale stabilire a chi vogliamo veicolare il nostro messaggio, in modo da utilizzare il registro comunicativo più adatto. La volontà di rivolgersi a un pubblico di teenager implicherà la scelta di un linguaggio informale e l’utilizzo di canali digitali frequentati da un pubblico giovane (TikTok o Instagram saranno preferibili a Facebook);
Story-listening: un buon storyteller deve saper ascoltare l’azienda o, se siamo l’azienda, il pubblico di riferimento. In tal modo sarà possibile comprendere quali sono i temi trattati e il linguaggio usato da quei soggetti che saranno poi i destinatari della nostra attività di narrazione;
Definizione dei media: ci si deve chiedere quali sono i media più adatti a ospitare la nostra storia (sito internet, social media). Ogni canale digitale ha, infatti, delle peculiarità che lo rendono più o meno adeguato a certe tematiche o certi registri comunicativi;
Tono di voce: è lo stile comunicativo da adottare, che si traduce nell’incarnazione di un personaggio-tipo in grado di rapportarsi efficacemente al pubblico di destinazione;
Canali da presidiare: la decisione sui canali da presidiare coinvolge sia quelli digitali (tutti gli strumenti di comunicazione disponibili online) che offline (come ad esempio la stampa tradizionale, ma anche una mostra, ecc.).
Idea di storia: nello storytelling va definito il concetto generale attorno al quale ruoterà la storia. Ad esempio la tipica famiglia felice, delineata dalla comunicazione di Mulino Bianco (e a tal proposito va citata come idea di storia anche la contro narrazione di Motta, che nella pubblicità del Buondì distrugge la famiglia felice con un asteroide!);
Influencer e blogger: occorre chiedersi chi racconterà la storia. Le aziende possono raccontarla in prima persona, ma possono anche demandare il compito agli “esperti” (leggasi blogger). Un’altra soluzione è rappresentata dagli influencer, soggetti autorevoli per un certo tipo di pubblico. In quest’ultimo caso si deve evitare di comunicare in modo smaccatamente “pubblicitario”, adottando modalità credibili per veicolare la storia;
Diffusione: è bene considerare se un progetto debba essere condiviso attraverso le pagine web aziendali o attraverso canali esterni all’azienda, a opera di soggetti terzi (come accennato poc’anzi da videoblogger o influencer);
Monitoraggio: si deve infine valutare l’impatto della nostra storia sui canali digitali e tradizionali (off-line), monitorando i KPI (key performance indicator) quantitativi quali il numero dei like, delle condivisioni, delle uscite editoriali, ecc.
Come fare storytelling marketing: anatomia di una storia
La struttura di una storia ha un’anatomia ben precisa, che passa per alcuni elementi chiave.
Bisogna innanzitutto partire dal presupposto che una narrazione va al di là del vero o del falso, per approdare al concetto di verosimiglianza: caratteristica che rende un fatto conforme al vero, fino al punto di renderlo probabile o credibile anche se non avvenuto, non documentato, non atteso. In tal modo s’innescherà la sospensione dell’incredulità, che consentirà allo spettatore di sospendere il proprio giudizio critico per godere appieno di un’opera di fantasia.
Per rendere una storia verosimile è imprescindibile la figura dell’eroe. Si tratta del protagonista del racconto, colui che deve affrontare un viaggio (il cosiddetto viaggio dell’eroe). Il viaggio è un percorso metaforico di crescita, che porta l’eroe da una condizione di “sconfitta” a una di “vittoria”, ma che può sostanziarsi anche in un cambio di prospettiva. Nella costruzione dell’eroe si deve sempre tenere in considerazione il tipo di sentimenti narrativi preferiti dal pubblico di destinazione.
Il viaggio dell’eroe deve concludersi con la realizzazione di un obiettivo. L’obiettivo si raggiunge attraverso la risoluzione di un conflitto, che può essere contro il mondo (intendendosi una collettività indistinta, un modo di pensare, ecc.), piuttosto che contro una persona specifica. In entrambi i casi si parla di anti-eroe (o antagonista).
Per risolvere il conflitto serve un mentore o un oggetto magico, che viene in soccorso dell’eroe cambiando le cose.
Altro ingrediente della narrazione è la morale, un messaggio diretto che ha il preciso scopo di consigliare un comportamento corretto.
L’ultimo elemento di una storia è il finale, che dev’essere aperto. Va infatti sottolineato che un buon racconto si caratterizza per una certa dose d’indeterminatezza, che va intesa come la capacità di suscitare letture diverse e di generare divagazioni.
Corporate storytelling: la narrazione entra in azienda e cresce il tuo brand
Abbiamo visto che un marchio di successo non può fare a meno di una narrazione efficace. Ma quali sono gli ingredienti di un corporate storytelling vincente? Andiamo a elencarli di seguito:
Contenuto: innanzitutto un’azienda deve saper raccontare storie avvincenti e autentiche, che sappiano andare al di là delle retorica autoreferenziale e dell’auto celebrazione;
Contesto: occorre conoscere il contesto nel quale il brand si colloca. Per conoscenza del contesto intendiamo un approfondimento del reale, del mondo che ci circonda. Conoscere e saper maneggiare tematiche socio-culturali e notizie d’attualità ha fatto la fortuna di un marchio come Ceres, che ha imperniato la sua comunicazione web su un continuo gioco di rimandi alla realtà italiana;
Immagini: le immagini hanno un’importanza fondamentale nella narrazione di un brand. Una scelta accorta dei materiali grafici rende infatti più accattivante la lettura di una pagina web;
Musica: anche la musica contribuisce (come abbiamo visto per le immagini) a intrattenere e coinvolgere gli utenti, che saranno più disposti a dedicare tempo e risorse mentali ai nostri contenuti;
Tono di voce: abbiamo già accennato in precedenza che uno stile comunicativo coerente col proprio brand e col proprio pubblico di riferimento permette di percepire la comunicazione aziendale come più autentica;
Verosimiglianza: essere in grado di narrare una storia che il pubblico accoglie come virtualmente vera, porta ad aumentare il coinvolgimento e l’immedesimazione del potenziale consumatore.
Tutti questi elementi rientrano e si muovono entro quattro punti cardine che aiutano a costruire la comunicazione e, in ultima analisi, l’identità del marchio.
Stiamo parlando della promessa del brand, del posizionamento del brand, della personalità della marca e del brand design.
La promessa del brand (brand promise)
Va ribadito che lo scopo ultimo della narrazione è suscitare nel pubblico di riferimento delle emozioni, e per ottenere questo risultato è necessaria trasparenza, autenticità e coerenza.
Un brand deve essere allineato ai valori e ai concetti di base veicolati dallo storytelling. La marca deve quindi essere la storia che racconta. In caso contrario si tradisce la promessa di relazione nei confronti del proprio pubblico, che punirà il tradimento indirizzando le sue scelte d’acquisto verso prodotti e servizi di altri marchi.
Un brand coerente con la sua narrazione innesca nel pubblico il cosiddetto beneficio emotivo: un vantaggio che il cliente o il potenziale cliente percepisce al di là di qualsivoglia considerazione razionale (beneficio razionale). Grazie allo storytelling un brand di abbigliamento sportivo potrebbe ad esempio generare l’idea che, indossando un certo modello di maglietta, si possano raggiungere le vette d’eccellenza dell’atleta al centro della narrazione.
Posizionamento del brand (brand positioning)
Il posizionamento del brand è il modo in cui la marca si definisce in relazione ai suoi competitor nel mercato di riferimento, e rappresenta la rilevanza, distintività e unicità della marca agli occhi del cliente.
In base alla qualità e al prezzo dei prodotti venduti, un brand deve quindi decidere in quale segmento di mercato collocarsi, e di conseguenza scegliere la strategia di corporate più appropriata.
La personalità della marca (brand identity)
La personalità della marca è il modo con il quale la marca si esprime. Il concetto si allaccia agli archetipi di riferimenti, alla sua ragione di esistere e al motivo del suo fascino, ai valori condivisi col suo pubblico e agli ideali di riferimento.
Brand design
Il brand design racchiude lo stile visual del brand, l’appeal sensoriale ed esperienziale della marca (acquisto, uso, customer care, ecc.). Tutti elementi che rientrano di diritto nella narrazione di un marchio (si pensi agli angoli smussati dei computer Apple o addirittura al suono di una lattina di Coca-Cola che viene aperta).
Storytelling marketing e narrazione transmediale
Spesso nello storytelling marketing i brand sviluppano la narrazione su più media. Una storia può quindi essere diffusa in prima battuta su un media online (sito web, blog, social network) per poi approdare su un media offline (televisione, radio, carta stampata). È il concetto di narrazione transmediale, formulato per la prima volta nel 2003 da Henry Jenkins e fortemente legato al fenomeno della convergenza mediatica (che sull’onda del digitale ha avvicinato tecnologie tradizionali come la televisione alle più innovative tecnologie della telecomunicazione).
Questa forma narrativa, muovendosi su più tipi di media, integra l’esperienza dell’utente con nuove e distinte informazioni, costringendolo a ricostruire il significato complessivo della narrazione. Ma c’è dell’altro! I fruitori della narrazione transmediale si sono trasformati da soggetti passivi a soggetti attivi, in quanto è oggi possibile per la prima volta contribuire spontaneamente alla creazione e alla diffusione dei contenuti. Basti pensare alla condivisione sui social network di contenuti accattivanti, ma anche a tutti quegli utenti della rete che spontaneamente producono materiali “pubblicitari” per un brand (es. un sito di lezioni di cucina contenente solo ricette che prevedono l’utilizzo di un determinato prodotto).
Tipologie di contenuti per fare storytelling
Una volta acquisite le basi per gestire con disinvoltura tutti i tipi di story-content (blog post, articoli, social post, immagini, video, infocontent, contenuti interattivi, podcast, eventi online, webinar, storytelling offline) occorre soffermarsi sulle tipologie dei contenuti, che sono tre:
Premium: sono i contenuti su larga scala, molto costosi ed erogati in numero limitato nel corso dell’anno. Si rivolgono a un pubblico indistinto, quindi non necessariamente in target col brand che li veicola. Sono solitamente utilizzati per il lancio di un nuovo prodotto o per una campagna stagionale;
Master: sono contenuti creati per il potenziale cliente (già stimolato dal contenuto Premium) e vengono erogati con maggiore frequenza rispetto alla categoria precedente. Questa tipologia di contenuti capitalizza l’entusiasmo generato per trasformarlo in engagement continuativo. Es. blog o video di approfondimento su certe tematiche.
Follow: sono i contenuti pensati per un pubblico leale e già legato al brand che li eroga. L’utenza ne usufruirà dopo una ricerca spontanea in rete. Questi contenuti permetteranno al brand d’instaurare un dialogo continuativo col proprio pubblico. Possono rientrare in questa categoria i tutorial e gli how-to-video.
Come Promuovere Musica e Video su TikTok
Stai cercando di capire come promuovere la tua musica su TikTok? Se passi del tempo su internet e social network ti sarai accorto che molti cantanti, personaggi famosi e musicisti hanno iniziato ad usare TikTok.
Come YouTube la caratteristica di TikTok sono i video.
Al contrario di YouTube i video di successo su TikTok sono brevi, brevissimi.
TikTok è una piattaforma di social media relativamente nuova, ed è diventata popolare ad un ritmo vertiginoso.
Lanciata nel 2017 ha raggiunto 500 milioni di utenti attivi mensili e questo numero continua a crescere.
Data l’enorme base di utenti e la crescente popolarità, gli esperti di marketing la stanno riconoscendo come un’opportunità per chi vuole promuoversi online.
La musica è una colonna portante di TikTok come del resto lo è sempre stata per YouTube. Quindi sì, TikTok è da prendere in considerazione se vuoi promuovere la tua musica online.
Che Cos’è TikTok?
TikTok è la piattaforma N.1 al mondo per i video brevi.
La nostra missione è far sì che chiunque nel mondo possa dare libera espressione della propria immaginazione e conoscenza nei modi e tempi ritenuti più opportuni.
La piattaforma ospita lavori creativi in forma di video che contribuiscono a donare un’esperienza genuina, ispirante e divertente.
TikTok può aiutarti a promuovere la tua musica? Dipende dai fan che hai già e dal pubblico che vuoi raggiungere. La piattaforma è un’esplosione di creatività, ma se vuoi farti conoscere devi fareil pieno di fantasia.
Come Funziona TikTok
Il successo di TikTok è partito dall’acquisizione di un’applicazione che si chiamava Musical.ly.
Musical.ly era nata da un’idea semplice e divertente: dare a tutti la possibilità di fare karaoke con lo smartphone. Gli utenti iscritti a Musical.ly potevano registrare dei video mentre imitavano le loro tracce musicali preferite.
Da quando Musical.ly è stata comprata da TikTok le cose sono cambiate, oltre la musica c’è tanto altro.